Italia, per le famiglie è allarme povertà

Povero-per-strada_Una persona su quattro in Italia è a rischio povertà: è questo il dato allarmante che risulta dall’ultima indagine di Bankitalia sui bilanci delle famiglie del nostro Paese, da cui si evince appunto che la quota di individui dal reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano è arrivata al massimo storico.

La povertà in Italia. Per la precisione, il punto più alto fin qui riscontrato era quello del 2006, quando l’indice era salito al 19,6%; adesso (in verità, nel 2016, anno di aggiornamento dei dati) è schizzato al 23% per cento della popolazione. Questo significa, appunto, che quasi una persona su quattro si trova ai margini della povertà, contando su un reddito inferiore agli 830 euro mensili che viene individuata come somma mediana.

Le Pmi migliorano. Un quadro preoccupante, che però (forse) è stato superato nei due anni successivi, se è vero che gli altri indicatori più aggiornati lasciano maggior spazio alla speranza: è il caso del Rapporto PMI 2018 Nord e Centro Italia stilato dagli analisti di Cerved Group, con la collaborazione di Confindustria, che mette in luce performance positive per le piccole e medie imprese del nostro Paese.

Sofferenze in calo. In particolare, riferendosi soltanto alle attività del Nord e del Centro Italia, si contano 3,4 milioni di imprese che stanno lentamente ritrovando la strada della competitività, con indicatori che volgono al positivo dopo anni di crisi. Importante anche il dato relativo alla diminuzione delle sofferenze nei confronti degli istituti di credito, anche se (più in generale) il fenomeno del recupero crediti, descritto in dettaglio anche da questo approfondimento tecnico sul portale avvocatoaccanto.com, resta ancora piuttosto diffuso.

I problemi per le famiglie. Tornando alle note critiche, ma più aggiornate, per così dire, lasciano l’amaro in bocca le statistiche divulgate dal presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, che segnala che a fine 2017 ci sono circa 5 milioni di persone chi si trovano a vivere nella soglia di povertà assoluta in Italia, vale a dire l’8,3% della popolazione dello Stivale. Una quota che continua a salire, dopo che nel 2016 il dato si attestava al 7,9%, e che è praticamente più che raddoppiata dal 2008, anno in cui è iniziata la crisi, quando era “appena” al 3,9 per cento dei cittadini.

Sette famiglie su 100 in povertà assoluta. Stando alle stime preliminari dell’Istituto di statistica, le famiglie che rientrano in questa fascia di povertà assoluta sono 1,8 milioni, ovvero quasi sette su cento; anche in questo caso il fenomeno continua a dilagare, dopo il 6,3 del 2016, mentre nel 2008 si attestava al 4%. In particolare, 1,1 milioni di famiglie, ovvero 4 famiglie su 100, hanno la sfavorevole peculiarità di avere “tutti i componenti appartenenti alle forze di lavoro in cerca di occupazione”.

I giovani a rischio. A pagare lo scotto peggiore sono ovviamente le fasce più deboli della popolazione, vale a dire i minori: secondo il nuovo rapporto di Save the Children, in Italia ci sono almeno un milione e trecentomila bambini e ragazzi che vivono in povertà assoluta, una quota pari al 12,5% del totale dei giovanissimi del nostro Paese. Un disagio economico che ha conseguenze dirette anche sull’apprendimento e sulle condizioni generali di questa fetta di popolazione, che non legge (più della metà dei ragazzi non ha letto libri nell’ultimo anno), non fa sport e non usa neppure Internet.