Permesso di soggiorno e convivenza di fatto

permesso-soggiorno_La legge Cirinnà ha introdotto delle modifiche per quanto concerne la possibilità dello straniero, unito in legame sentimentale con un italiano o un’italiana, di ottenere il permesso di soggiorno.
Parliamo in particolare della possibilità di ottenere il permesso di soggiorno grazie alla convivenza di fatto, questione su cui si sofferma anche lo studio legale damianianddamiani.it dalle pagine sul sito.

Si tratta di una novità importante da analizzare; come sappiamo, fino a questo momento gli stranieri in Italia erano tenuti a dimostrare il reddito ed anche un legame in matrimonio civile o concordatario con un/una cittadino/a italiano/a per poter ottenere un permesso di soggiorno per “motivi di famiglia”.

Tuttavia la legge del 2016 consente anche a coloro che si trovino in uno stato di convivenza di fatto o di unione civile di accedere al medesimo permesso di soggiorno.

Il Consiglio di Stato infatti ha sostenuto che il requisito della convivenza di fatto con un cittadino o cittadina italiano permette di integrare uno dei requisiti per l’accesso al permesso di soggiorno (sempre che anche gli altri requisiti siano stati soddisfatti).

Parliamo della sentenza 5040 del 31 ottobre 2017 del Consiglio di Stato, la quale ha preso in considerazione l’ipotesi delle coppie conviventi. Nell’ipotesi de quo una donna extracomunitaria aveva chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno a Brescia, ma la questura non le aveva rinnovato il permesso per carenza del requisito del reddito autonomo che percepiva. Il reddito della signora non era effettivamente sufficiente, ma la donna conviveva da anni con un uomo italiano che l’aveva a carico dal punto di vista del reddito.

Inoltre la donna risultava impiegata come colf presso il convivente, un contratto di lavoro “fittizio” e preordinato all’accesso al permesso di soggiorno medesimo, come aveva rilevato la Questura.
Così la donna ha fatto ricorso al Tar della Lombardia che le aveva dato ragione e, successivamente la questione era stata sollevata di fronte al Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che la convivenza di fatto, registrata presso il Comune, era motivo per il rilascio del permesso di soggiorno per motivi familiari.

In sostanza il giudizio amministrativo di ultimo grado ha ritenuto che la convivenza registrata presso il Comune integrasse il requisito che era necessario per il rilascio del permesso di soggiorno; non c’era bisogno che la donna si sposasse per l’accesso a detto permesso perché anche questa convivenza era titolo per il rilascio del permesso. La donna aveva inoltre già dimostrato di essere la convivente di un cittadino italiano, e non solo, di coabitare con lui e i due figli avuti da una precedente unione dell’uomo.

Requisiti sufficienti per stabilire che i due avessero una vita affettiva già inoltrata. Sulla scia della giurisprudenza europea, il Consiglio di Stato ha quindi ammesso che la convivenza creasse una coppia che permette quindi di ottenere il permesso di soggiorno per motivi affettivi o familiari.

La convivenza quindi è sufficiente per permettere allo straniero di ottenere il permesso di soggiorno per motivi familiari.