L’economia riparte, migliora la gestione dei crediti: i pagamenti sono finalmente puntuali

taxes-740202_1280_800x498L’importanza della gestione dei crediti

La crisi finanziaria degli ultimi anni ha avuto tantissimi effetti sul mondo del lavoro italiano. Per la maggior parte, ovviamente, si parla di conseguenze negative, se non propriamente tragiche: si va dai licenziamenti di massa ai fallimenti, dalla disoccupazione dilagante alla fuga dei cervelli e dei capitali. Cercando però bene – con molta, moltissima pazienza – è pur sempre possibile trovare anche degli effetti positivi: si può infatti affermare che in questi anni di recessione le grandi imprese ma soprattutto le PMI hanno imparato a mostrare maggiore sensibilità nel confronto della gestione dei crediti. Lo si può intuire dal moltiplicarsi delle offerte di lavoro per credit managers, o dalla crescente consapevolezza della valutazione dei clienti. Questa accresciuta sensibilità della gestione dei crediti, unita ovviamente al progressivo riavvio della nostra economia, sta riportando in salute le imprese nostrane.

I risultati incoraggianti dell’Osservatorio Cerved

A dimostrare il miglioramento della situazione sul fronte crediti in Italia è stato l’ultimo Osservatorio Cerved dedicato ai Protesti e ai Pagamenti, con i dati relativi al terzo trimestre del 2016. Ebbene, questo studio vede le imprese italiane sempre più rispettose delle scadenze nei pagamenti, ma non solo: nel terzo trimestre dell’anno scorso le società protestate sono diminuite del 18,2% rispetto allo stesso periodo del 2015 e del 55% rispetto al 2013. Questi segni, sebbene ancora timidi se comparati con l’intero panorama economico, dimostrano comunque la nuova primavera dell’economia italiana, coadiuvata da una maggiore attenzione nella gestione dei crediti. Le Pmi sembrano dunque aver imparato la lezione, iniziando a classificare la clientela in termini di solvibilità, cosa che nel 2011 – secondo un’indagine internazionale di Assiteca – faceva solo il 45% delle imprese tra i 10 e i 25 milioni di fatturato.

Meno imprese protestate, meno ritardi

Il numero delle imprese protestate è calato in ogni settore: la riduzione più significativa è riconosciuta in quello che è pur sempre il settore con un’incidenza maggiore del fenomeno, ovvero quello edilizio (-20,4%). A guidare il calo dei protesti, geograficamente parlando, è il Nord-Est, dove si sono registrate poco più di 1.000 aziende protestate, segnando così una diminuzione del 22,3% su base annua. Come spesso accade, però, vanno sottolineate enormi differenze su base regionale: se infatti in Trentino – Alto Adige solo un’impresa su mille viene protestata, in Calabria questo fenomeno è di cento volte superiore, con l’1% di società protestate. Si accorciano anche i tempi per il pagamento delle fatture: nel terzo trimestre del 2016 la media si attesta sui 73,6 giorni, ovvero 2,4 giorni in meno rispetto allo stesso trimestre del 2015.

Articolo scritto in collaborazione con Adv Trade