Prestiti tra persone: che cos’è e come funziona il peer to peer lending

Nato nel Nord Europa ma solo recentemente arrivato anche nel nostro Paese, il prestito peer to peer nasce da un’idea di fatto molto semplice, cara a chi è solito condividere contenuti multimediali sul web, il P2P. Tale prestito tra più persone, che in inglese viene definito social lending, mette in comunicazione un prestatore, cioè colui che mette a disposizione un capitale, e un richiedente, interessato ad un prestito. Vediamo insieme cos’è esattamente il peer to peer lending e come funziona.

Prestito P2P: che cos’è?

Come anticipato, il prestito P2P mette in comunicazione due categorie di persone. Una che mette a disposizione un capitale, in cambio di un interesse in grado di remunerare l’investimento effettuato, e l’altra interessata ad un prestito a tassi agevolati grazie alla mancanza di un intermediario bancario.

Il social lending può essere considerato come un ritorno alle origini di quello che è il sistema creditizio, prima che la grande “finanziarizzazione” rendesse tutto più complicato e facesse sostanzialmente aumentare il costo dei prestiti. Il fenomeno è partito dal Nord Europa e solamente negli ultimi tempi sta prendendo piede anche in Italia, nonostante sia ancora meno diffuso rispetto ad altre nazioni.

Come funziona il social lending

Lo schema del prestito tra privati, quindi del social lending, può essere riassunto in pochi punti:

  • Il richiedente, nel momento in cui ottiene il prestito, paga quote di interessi più contenute rispetto al classico finanziamento in banca, grazie all’assenza di un’intermediazione vera e propria.
  • Il richiedente viene sottoposto, esattamente come in un finanziamento tradizionale, a una valutazione della storia creditizia. Più il livello di rischio sarà basso, minore sarà il tasso applicato, e viceversa.
  • Il capitale viene di fatto prestato da più soggetti, abbassando il rischio di vedere vanificato l’investimento. Questo perché tale capitale viene frazionato per più richiedenti. Se uno di questi dovesse interrompere i pagamenti previsti dal piano di ammortamento, la restante quota sarà comunque al sicuro.
  • Il richiedente restituisce il prestito con rate mensili previste dal piano di ammortamento. Tali rate sono ovviamente date dalla somma del capitale restituito e dagli interessi maturati.
  • Entrambe le parti firmano un vero e proprio contratto a distanza dove il richiedente si impegna a rimborsare le rate del prestito, tenendo presente che l’identità di entrambi è gestista solamente dall’azienda intermediaria.

P2P e MarketPlaces

Sul web è possibile trovare delle società definite Marketplaces che si occupano dell’intermediazione professionale del prestito tra privati.

Nonostante il meccanismo di funzionamento sia simile per tutte, ognuna presenta specifiche caratteristiche (ad esempio tasso di interesse, volume dei prestiti, ecc.), per questo è sempre utile consultare un sito specializzato in recensioni di piattaforme Social Lending prima di scegliere su quale investire.

In linea generale, queste piattaforme hanno il compito di mettere in comunicazione la domanda e l’offerta, diminuendo con il sistema di frazionamento del capitale, il rischio connesso all’investimento.

Chiaramente rischio basso non significa necessariamente che questo non sia presente, perché come detto la possibilità che un richiedente cessi di pagare le rate è sempre presente. Con qualche accortezza e seguendo i consigli delle piattaforme stesse, che invitano a differenziare su più richiedenti, tale rischio però si abbassa di molto.

A livello di remunerazione sull’investimento, il social lending può essere considerato come una sorta di via di mezzo. Il guadagno difatti sarà più alto rispetto al classico conto deposito bancario, ma più basso di altre forme, fermo restando il notevole vantaggio di un rischio realmente contenuto.