L’amore ai tempi del Covid nelle coppie internazionali. Come ci rivediamo? 

Le richieste ormai erano veramente pressanti e arrivavano un po’ da tutto il mondo, in modo particolare dal movimento Love Is Not Tourism, che è sorto con l’unico intento di lottare per garantire il riconoscimento del diritto al ricongiungimento per quelle coppie che sono state divise proprio per via della pandemia. Le pressioni sono giunte da tutte quelle coppie internazionali separate o coppie binazionali che per colpa dell’emergenza sanitaria che dall’inizio del 2020 sta causando danni e morti in tutto il mondo, hanno dovuto attendere mesi e mesi prima di rivedersi.

Il problema va a sommarsi con quello del riconoscimento della “stabile relazione affettiva”, mediante la quale si sancisce a livello giuridico la coppia di fatto tra cittadino italiano e il convivente extraUE che intende ottenere il permesso di soggiorno per risiedere in Italia e costituire la sua famiglia. Ne abbiamo già parlato in questo articolo: Permesso di Soggiorno e Convivenza di Fatto

Il visto di ingresso per il convivente extraUE di cittadino italiano nelle coppie binazionali

Il Covid-19, purtroppo, ha svolto una vera e propria funzione di divisore tra i componenti della coppia, dal momento che le varie misure restrittive imposte nella maggior parte degli Stati e i conseguenti blocchi alle frontiere hanno, inevitabilmente, reso impossibile il ricongiungimento a tutte queste coppie. Lo scrittore Antonio Manzini ne ha parlato nel racconto inedito intitolato proprio “L’amore ai tempi del Covid-19” e riguarda un’altra indagine portata avanti dal protagonista, Rocco Schiavone, in cui viene narrata un’avventura ambientata proprio nel territorio italiano durante la quarantena e il lockdown imposti per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.

Cosa dice il DPCM 7 settembre 2020 che ha affrontato il problema delle coppie internazionali

Nelle scorse settimane è stato emanato un Decreto molto importante che finalmente dà nuove speranze a tutte queste coppie formate da conviventi con diversa nazionalità e che non vedono l’ora di potersi rivedere dopo mesi di lontananza forzata. Adesso la domanda che in tanti si stanno facendo è la seguente: come possono vedersi le coppie internazionali?

Chi sono le coppie binazionali

Sono tutte quelle coppie in cui uno dei due partner ha la residenza all’esterno dell’area Shengen e vive, quindi, in un Paese in cui sono rimaste ancora in vigore delle regole e leggi che hanno fortemente ridotto gli spostamenti. Eppure, ci sono diverse leggi, soprattutto in ambito europeo, che mirano a proteggere e tutelare i diritti di queste coppie internazionali separate. Si tratta, ad esempio, della Direttiva 2004/38/CE, realizzata da Parlamento Europeo e Consigli, che nomina proprio il diritto al ricongiungimento, ma anche lo stesso articolo 8 della Convenzione Europa dei diritti dell’uomo sottolineare il rispetto della vita privata e familiare. Qual è, di conseguenza, il motivo per cui tali norme non vengono applicate? Semplice, perché si tratta di coppie che non hanno contratto matrimonio ma si trovano soltanto in regime di convivenza.

Cosa è successo in estate

Con l’allentamento di vare misure legate agli spostamenti il turismo e gli spostamenti tra paesi è ripartito. Tuttavia, per alcuni paesi considerati ad alto contagio le frontiere sono rimaste chiuse. Nei casi di coppie sposate in cui il partner extraUE è rimasto isolato all’interno di uno di questi paesi è stato comunque consentito loro di ricongiungersi. Non è stato così per le coppie internazionali con il partner extraUE rimasto confinato nel paese estero. In alcuni casi i componenti di queste coppie hanno organizzato un escamotage per potersi vedere in un Paese terzo, sfruttando il visto turistico delle nazioni come Croazia e Regno Unito.

L’orientamento della Commissione Europea

La posizione della Commissione Europea non è stata priva di incongruenze. Infatti, ad agosto ha fatto richiesta a tutti i vari Stati di consentire immediatamente ai partner extraUE di cittadini dell’Unione Europea di poter avere accesso nell’area Shenghen. Nonostante tale accorato appello la risposta è giunta solo da 11 Paesi. I primi sono stati Austria, Norvegia e Danimarca, poi seguiti a ruota da Repubblica Ceca, Olanda, Svizzera, Francia, Germania, Islanda, Finlandia e Spagna. In Italia, come detto, lo scenario ha avuto una svolta solo con l’entrata in vigore del Dpcm del 7 settembre 2020.

Le problematiche ancora presenti

Il Dpcm del 7 settembre, se da un lato ha chiaramente aperto alla possibilità per i cittadini che arrivano da tutte quelle nazioni che sono state inserite nell’elenco E di accedere al territorio italiano, a patto di avere delle stabili relazioni affettive con dei cittadini italiani, d’altro, però, continua a vietare il ricongiungimento per tutti coloro che hanno un partner in uno dei Paesi dell’Elenco F. Tranne una sola eccezione, ovvero nel caso in cui nelle due settimane che precedono l’ingresso in Italia, tali persone abbiano soggiornato in un Paese Terzo, ovvero per cui non è stato vietato l’ingresso da parte dell’Italia, che ha concesso a suo volta la possibilità di soggiorno al cittadino extracomunitario.

Il movimento Love Is Not Tourism si sta facendo sentire anche per quanto riguarda questo argomento, lamentando una vera e propria discriminazione tra chi fa parte dell’Elenco e chi di quello F. L’Italia motiva tale decisione sottolineando come la distinzione è legata essenzialmente a delle motivazioni di carattere sanitario. Tutte quelle nazioni che sono state inserite all’interno della lista F, infatti, presentano uno scenario pandemico ancora in fase acuta dal punto di vista dei contagi.

Ci sono anche altre criticità che il governo italiano dovrà dipanare prima o poi. Ad esempio, c’è sempre il problema del visto di ingresso per il componente extracomunitario di coppie transfrontaliere, anche per quelle persone che arrivano da Paesi presenti in liste ammesse. Si tratta del visto fondamentale per poter avere accesso alla zona Schenghen. Ebbene, tante ambasciate non hanno ancora ripreso la piena operatività e, di conseguenza, ce ne sono tante che non stanno lavorando al rilascio dei visti in questo periodo.

Quello che viene lamentato, quindi, è anche una mancanza di attività di coordinamento con consolati e ambasciate, ovvero con gli enti che si devono occupare del rilascio del visto. In effetti, senza uniformità di azione, ecco che il provvedimento corre seriamente il rischio di non riuscire a raggiungere la sua completa efficacia. Dal movimento Love Is Not Tourism, quindi, emerge la richiesta dell’importanza di emettere una circolare attuativa, che possa fare in modo di rendere chiaro e operativo tutto questo nuovo complesso normativo. L’obiettivo, in fondo, è quello di fare in modo di evitare dei casi in cui viene messo in atto un arbitrio non legittimo, che in realtà sono già emersi. Manca anche la specificazione dei documenti che devono essere forniti per testimoniare la “stabile relazione affettiva”, da presentare all’ente che rilascia il visto.