Malasanità: qual è la situazione in Italia?

I casi di malasanità sono purtroppo all’ordine del giorno nel nostro paese. Ecco una panoramica della situazione attuale in Italia.

Capita troppo spesso di sentire storie di malasanità in Italia. Purtroppo il nostro paese non è un buon esempio dal punto di vista degli errori medici e ancora oggi, nel 2021, si registrano ogni giorno casi che portano a lesioni fisiche o psichiche nei pazienti di tutta Italia.

E i numeri lo dimostrano: ogni anno vengono istruite circa 300.000 cause contro medici e strutture sanitarie, pubbliche o private, per errori commessi da medici o personale sanitario.

Questo è solo uno dei dati raccolti da Periplo Familiare, la principale Associazione per le Vittime di Errori Medici in Italia. Entriamo nel dettaglio e capiamo quanto realmente la malasanità sia diffusa e radicata nel nostro paese.

Quando si può parlare di malasanità

Con il termine malasanità si intendono tutti quegli avvenimenti e comportamenti di medici e operatori sanitari che causano un danno fisico o psichico al paziente, fino all’eventualità peggiore ovvero la morte.

La malasanità è dunque correlata ad un comportamento negligente, irresponsabile o incurante di un medico o una struttura ospedaliera, che dovranno risponderne in sede giudiziale se il paziente o i familiari decideranno di chiedere un risarcimento del danno.

Da Nord a Sud, la malasanità in Italia

E adesso veniamo alla situazione nel nostro paese, facendo per prima cosa qualche precisazione. L’Italia, infatti, non è tutta uguale e anche per quanto riguarda i casi di malasanità ci sono grandi differenze tra Nord e Sud.

Il 44,5% delle denunce per errore sanitario avviene nelle regioni meridionali e nelle isole, il 32,3% avviene nelle regioni settentrionali e solo il 23,2% delle denunce riguarda le regioni centrali.

Questo ci dà una fotografia già abbastanza chiara della situazione, ma è utile aggiungere un ulteriore dato, ovvero il tasso di mortalità evitabile, con il quale ci si riferisce al numero di decessi che potevano essere evitati se non fossero stati commessi errori. La regione più virtuosa è il Trentino (solo 50,81 decessi evitabili ogni 100mila abitanti), mentre la Campania vanta il primato negativo con un tasso di 89,93. La media nazionale si assesta su un tasso di 69,93: questo significa che circa 70 persone ogni 100mila abitanti si sarebbero potute salvare con cure adeguate e invece sono morte per errori sanitari.

Malasanità: chi commette più errori?

Ci sono alcune tipologie di errori sanitari che si verificano con maggiore frequenza e ci sono settori più a rischio di altri. Ovviamente i numeri citati si riferiscono soltanto ai casi effettivamente denunciati, non a quelli realmente avvenuti.

Tipologie di errori sanitari

Ben il 38,4% dei casi di malasanità si verifica durante gli interventi chirurgici, che hanno ovviamente un più elevato grado di rischio.

Al secondo posto ci sono gli errori diagnostici, con il 20,7% dei casi: questi si verificano quando il medico non è in grado di inquadrare il caso clinico o effettua un errore di inquadramento, ma anche quando non sottopone il paziente agli accertamenti che sarebbero utili per formulare una diagnosi corretta.

Il 10,8% dei casi di malasanità riguarda invece gli errori terapeutici, ovvero quando al paziente viene prescritto un farmaco o un trattamento non adeguato e/o dannoso per la sua salute.

Infine ci sono le infezioni che si verificano in ospedale oppure in pronto soccorso e che coprono il 6,7% dei casi di malasanità denunciati in Italia.

I reparti dove si fanno più errori

Una ulteriore differenziazione va fatta per reparti: ce ne sono alcuni dove avvengono la maggioranza dei sinistri ai danni dei pazienti.

Ecco dove avvengono, in percentuale, gli errori sanitari.

  • 20,3% in ortopedia e traumatologia
  • 12,9% in chirurgia generale
  • 12,6% in pronto soccorso
  • 10,9% in ostetricia e ginecologia

Tutti questi dati sono probabilmente destinati a cambiare nei prossimi mesi a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ma rappresentano comunque un incentivo a combattere gli sprechi e i cattivi comportamenti in sanità, per tutelare la salute di tutti.